Su cosa dovrebbe puntare maggiormente un’impresa per cercare di crescere e di superare lo scoglio di una concorrenza spesso spietata? La maggior parte degli esperti di marketing ai quali potreste porre una simile domanda vi risponderebbe senz’altro invitandovi a scommettere sull’innovazione, e conseguentemente sulla ricerca e lo sviluppo: un argomento delicato, certo, ma che mai come ora rappresenta lo snodo cruciale per il successo.

Si parla dunque di esplorare per primi un nuovo settore di mercato, così da non essere costretti di cercare di battere una concorrenza; ma per offrire un prodotto nuovo ed innovativo avremo anche bisogno di un’utenza “precoce”, in grado dunque di acquistare, sostenere – e quindi dare fiducia – a progetti originali e ancora in fase di formazione. Nelle righe a seguire approfondiremo proprio questa figura: l’early adopter.

Potrebbe interessarti anche:
Recensioni positive su Google, perchè sono importanti e come gestirle

Chi sono gli early adopter e cosa significa questo termine

Ma cosa vuol dire, letteralmente, early adopter? Traducendolo in italiano, potremmo chiamare con questo nome quella tipologia di consumatore che “adotta precocemente” un prodotto particolarmente innovativo: insomma, tutti coloro che – per svariati motivi – sono più propensi alle novità (soprattutto dal punto di vista tecnologico) e che finiranno inevitabilmente per influenzare il resto della società. Il termine è stato coniato dal sociologo Everett Rogers nel corso dei primi anni ‘60 ed è ancora più attuale che mai.

Il miglior esempio che possiamo fare per rendere al meglio l’idea di cosa sia un early adopter (e di come sia stato in grado di influenzare il mercato anche in tempi più recenti) riguarda l’ormai celebre iPhone della Apple: il colosso di Cupertino lanciò il suo primo smartphone nel 2007 al prezzo di 600$, una cifra allora considerata stratosferica se si considera che all’epoca la creatura di Steve Jobs era del tutto esordiente nel campo della telefonia. Tuttavia, milioni di early adopters non esitarono e fecero la fila per aggiudicarsene uno al day one.

Il sociologo americano teorizzò cinque diverse categorie di utilizzatori (le altre quattro sono gli innovatori, l’early majority, la late majority e i ritardatari); e gli early adopter, nonostante consistano solo nel 13,5% del totale, risultano comunque i più importanti proprio per la loro influenza su almeno tre delle altre quattro fasce. E non solo: grazie alla loro predisposizione, gli early adopter sono in grado di fornire alle aziende dei dati preziosissimi sulla percezione dei nuovi prodotti, permettendo di testarne la validità sul campo.

Le caratteristiche principali di un early adopter

Come ogni categoria teorizzata in ambito sociologico, anche l’early adopter si distingue per determinate caratteristiche: la prima e la più importante riguarda il coraggio e lo spirito d’avventura. Non parliamo di arrampicate o sport estremi, sia chiaro: semplicemente, chi rappresenta questa fascia di mercato non ha paura di affrontare una novità che molti altri utenti, al contrario, cercherebbero di evitare. Al contrario temono di essere considerati parte della massa, finendo per sperimentare in anticipo i mutamenti.

L’early adopter tende comunque ad avere (oppure crede di avercelo, come spesso accade) un certo istinto nel comprendere il potenziale di un nuovo prodotto, e sono pronti a prendersi dei rischi economici anche importanti – o a fare delle lunghe file davanti ai negozi – per poterne avere conferma. Tuttavia un buon early adopter tende ad avere buon occhio ed una certa conoscenza nel’ambito della tecnologia, e non di rado studia il potenziale acquisto consultando dati ufficiali e pianificando strategie comparative.

Ma la caratteristica comune a tutti gli early adopter è la cosiddetta FOMO (Fear of Missing Out, letteralmente “paura di essere tagliati fuori”). Questo fenomeno, identificato nel 1996 dal guru del marketing Dan Herman, riguarda quella forma di ansia che provano alcuni individui nel momento in cui temono l’esclusione da eventi o da esperienze particolari: un consumatore, in breve, che non potrebbe mai accettare di essere l’ultimo ad entrare in possesso di un determinato prodotto.

Come trovare il nostro early adopter?

Generalmente, l’early adopter ha uno status sociale elevato e discrete possibilità dal punto di vista economico: ciò gli permette di acquistare i prodotti al lancio, anche a prezzi probitivi, e a fare così da cassa di risonanza nei confronti del prodotto stesso. Nell’era dei social network, ad esempio, molte aziende rilasciano anticipatamente determinati prodotti per sfruttare così la persuasività di figure come gli influencer; in altri casi, invece, le compagnie premiano il consumatore “precoce” con sconti sui futuri acquisti o altri graditi extra.

Non tutti possono però permettersi degli early adopter spontanei: per questo acquisirne sempre di più è diventato, per diversi brand, una strategia di marketing vera e propria. Dopotutto, un prodotto innovativo ed originale può avere dei comportamenti inediti ed imprevedibili, e un acquirente precoce può essere di grande aiuto in questo senso: non solo a definire con maggiori certezze un canale di distribuzione vincente, ma anche ad attirare nuova utenza sfruttando il suo status da opinion leader.

Spesso il modo più semplice e veloce per “ingaggiare” degli early adopter consiste nell’individuare dei soggetti idonei e nel contattarli tramite i social network, proponendo loro un’offerta adeguata: incontrandoli personalmente sarà anche possibile farli diventare i vostri brand ambassador. In alternativa, il vostro early adopter potrà realizzare dei contenuti ad hoc sul suo blog, favorendo così il coinvolgimento dei suoi utenti e diffondendo il verbo del vostro brand: le possibilità sono davvero infinite.